Profilo del territorio
LA STORIA
C’era una volta una terra dove realtà e sogno si mescolavano. Lì vivevano fate, maghi e briganti. Tutto era perfetto: forme, colori, profumi. C’era una volta e c’è ancora…
L’ Altra Maremma è quella fascia di terra collinare che si distende e sovrasta la Maremma classica e che, partendo da Grosseto arriva fino ai piedi dell’Amiata. Si è conservata intatta e incontaminata, per donarsi al visitatore attento e sensibile alla sua bellezza. Benvenuti, quindi, nell’Altra Maremma, benvenuti nella terra incantata…
LA MAREMMA
La Maremma riunisce diversi territori:la pianura costiera, adatta alle colture cerealicole con uomini aperti a tutte le novità, la fascia collinare del bosco mediterraneo, buona per gli olivi e le viti, con uomini conservatori, e la montagna con gente tenace disposta al rurale.
L’ Amiata, la montagna della Maremma, visibile da ogni città dell’ antica Etruria, è ricca di sorgenti e di minerali. Dal mare vennero per millenni gli impulsi culturali: risalivano i fiumi e si diffondevano nell’ interno, soprattutto sui colli, lungo le vie segnate dai loro affluenti. Ma le metropoli costiere, empori dell’ oriente e centri di industrie e commerci, mantennero sempre un’ indiscussa superiorità religiosa, culturale e politica. Le differenze geologiche non comportano soltanto il variare della natura umana, ma anche il frazionamento politico: abbattute le piccole monarchie, si affermarono in Etruria le città stato che vissero fino alla conquista romana. Roma sottomise l’ Etruria, come poi la Grecia, prendendo dell’ una le dottrine religiose, dell’ altra la filosofia. Ma fu tenace l’ insegnamento etrusco. L’ attività della lega etrusca, che aveva nell’ interno di questa terra il centro politico e religioso, il Fanum Voltumnae, durò fino al trionfo del cristianesimo; ancora al tempo dell’ imperatore Onofrio (423 DC) nel tempio capitolino erano conservati i libri sibillini che Stilicone violò e distrusse. L’ arrivo dei barbari mise a ferro e fuoco anche questa parte dell’ Italia; essa soffrì particolarmente la violenza dei visigoti di Ataulfo (410 DC) e successivamente dei Longobardi, i quali in buon numero vi si insediarono definitivamente. Questi, dopo la loro conversione al cristianesimo, sulle rovine semideserte ricostruirono un primo ordine civile (sec. VII). Al loro secolo risale la fondazione delle grandi abbazie che vivificarono la cultura di questa terra. Da Lucca, capitale della contea toscana ancora dopo la conferma del dominio franco, vennero quegli Aldobrandeschi che, con l’ abbazia di San Salvatore, poi da soli, signoreggiarono per mezzo millennio su tutta la Maremma, dall’ Amiata a Grosseto, a Tuscania, fino al fiume Paglia e al lago di Bolsena. Gli assalti congiunti di Orvieto, di Roma e di Siena segnarono la fine degli Aldobrandeschi e la decadenza della Maremma. Gli eventi determinarono ancora il frazionamento politico della regione. Arroccati nelle erte dei colli, lontano dalle micidiali paludi malariche, i nuovi signori – gli Sforza, gli Orsini, i Farnese, i Baschi, gli Ottieri resistettero a Siena, la quale, stanca di tante guerre lontane, fiaccata dalla sua vecchia e ormai inetta oligarchia, fu vinta dai Medici. Neppure questi, tuttavia, poterono possedere laMaremma e la Toscana internamente: gli spagnoli vi crearono uno stato proprio detto dei Presidi che ebbe vita dal 1557 al 1801.
Itinerari da incanto
Il visitatore che giunge qui, ha la sensazione di aver viaggiato a lungo. E’ l’ effetto curve, infatti è raro trovare rettilinei, così come campi pianeggianti. Qui tutto é morbido, rotondo e curvilineo. L’ importante è, non farsi stressare dall’ orologio. Qui il tempo si é fermato e chi vi arriva è invitato a condividere questo incantesimo. Se accetterete questo consiglio, tutto vi sembrerà perfetto e vi permetterà di godere dei panorami, dei paesaggi che, curva dopo curva, si sveleranno ai vostri occhi. Preparatevi ad un crescendo di emozioni visive. Una carrellata di gioielli. E così chilometro dopo chilometro, curva dopo curva scoprirete l’ incantevole Montemerano, immutata nel tempo.Manciano, definita da un proverbio popolare spia della Maremma. Saturnia, nata come racconta la leggenda dalle mani del Dio Saturno. Le Terme di Saturnia, conosciute e frequentate già al tempo dei romani. Rocchette di Fazio, un borgo medioevale piccolo come una cartolina illustrata. Semproniano, un paese morbidamente adagiato su un colle con vicoli vecchi come il mondo. Il Castello di Triana, posto a guardia di una valle che spazia fino al mare. Roccalbegna, un borgo che vive a dispetto delle più elementari leggi della fisica. Santa Fiora che, come racconta una vecchia filastrocca, chi ci va ci si innamora. E poi Sovana,Sorano e Pitigliano, i paesi fatti ed eretti sul tufo. Al visitatore stupito e incantato, offrono forme e colori unici in un’atmosfera di magia e di fiaba. Ma sarà semplicemente incantevole addentrarsi a piedi in un bosco per andare alla scoperta di orchidee selvatiche, oppure risalire l’Albegna per raggiungere le Strette: un paesaggio selvaggio che ricorda i canyon. Intorno a Sovana, poi, per chi ama l’ archeologia, sarà stimolante visitare le tombe degli Etruschi: laTomba Ildebranda e quella della Sirena. In primavera sarà bello verificare se quel ciuffo di viole cresce ancora sulla sua fronte. O il Cavone, un sentiero scavato nel tufo che unisce Sovana a Pitigliano. Lasciatevi contagiare dall’ atmosfera che si respira qui. Lasciatevi stimolare dalla curiosità e andate avanti seguendo l’ incanto di questo itinerario, non perdete nessuno scorcio, nessun angolo. Tutto é qui per farsi ammirare, per farsi scoprire e soprattutto per farvi incantare.
Itinerari nella Valle del Fiora
Mentre l’ Albegna, “il fiume bianco”, varcando i millennni, ha conservato il nome antico, l’ altro fiume di questa Maremma ha cambiato quello latino di Armine, con il bellissimo Fiora, dicono per una dedicazione della sua sorgente e del castello che vi era sorto intorno, alla leggendaria santa omonima: ma, considerata la magnificenza della vegetazione, spontanea, che vive sul corso del fiume, non sarebbe da respingere del tutto l’ ipotesi del collegamento con l’ antica dea italiana della primavera. Ed è ancora vivo un culto pagano della sorgente: il giorno di San Marco ragazzi e ragazze vanno ilari a coppie, ad ornarla, con mazzi e corone di fiori campestri e con parole auguranti felicità e abbondanza. Il tufo e l’ elemento geologico fondamentale della media e bassa Valle del Fiora: potenti banchi sono stati ricavati sull’ uniforme altopiano creato dall’ eruzione dei Cimini, mangiato da torrentelli di poca acqua, ma tenaci: così la grande distesa, franta in mille gole, alza le sue acropoli tra pinnacoli e precipizi. Paesi sprofondati in gole si fanno sempre più erti e dominanti con il castello, la torre o il campanile per chi vi giunge: li vedi poi lentamente inghiottiti dalla terra quando parti. Non meno di 140 sono i siti preistorici che testimoniano la grande operosità delle genti che vissero in questa terra oltre mille anni prima che fosse fondata Roma: necropoli e villaggi con capanne seminterrate, grotte e tombe a forno, a fossa, a pozzo; poi la storia e la grande civiltà etrusca: resti di necropoli e di città vive per sette secoli, un numero incredibile di tombe anche architettoniche fatte come le case dei vivi, piccole e raccolte al principio, poi più grandi e infine con facciate ornate come templi. Dovunque, scopri sulla pietra i segni del lavoro umano: vie cavatte tra alte pareti, gallerie a cielo aperto, terrazzamenti, cunicoli sotterranei di sconosciuto percorso ed uso. La capitale etrusca di questa parte della Maremma fu Vulci, che dette un re (Servio Tullio) a Roma e alla conoscenza della pittura e dei miti greci, seimila vasi dipinti. Nell’ interno di questa Maremma due grandi abitati etruschi mostrano i loro ruderi: Poggio Buco (Statonia) – un nome significativo – e Sovana (Suana) che si magnifica di possedere le più belle tombe architettoniche dell’ Etruria. Caratterizzano questa parte della Maremma un rude medioevo, talora intatto, e un rinascimento di fortezze e castelli.
I SAPORI
Chi ama i sapori di una volta, quelli che tutti noi conserviamo in un cassetto della memoria, qui li potrà ritrovare integri, intatti, rotondi e perfetti. Nelle terre dell’ Altra Maremma, si producono ancora con mezzi tradizionali l’ olio, spremuto a freddo con macine di pietra, il vino, i formaggi, soprattutto pecorini; e poi le carni, la selvaggina, la frutta, la verdura, il miele. Ma sono le interpretazioni dei cuochi dell’ Altra Maremma, che incanteranno il vostro palato. Preparatevi ad un crescendo. Noi vi consigliamo di assaggiare i crostini, tipico antipasto locale; la famosaacquacotta, una zuppa povera che stupisce per la semplicità e incanta per il sapore; le minestre di ceci, fagioli, farro; i tortelli di ricotta e spinaci; le pappardelle con la lepre; ilbuglione, un piatto della vecchia tradizione a base di agnello; il cinghiale alla cacciatora; gliarrosti. L’ elenco sarebbe molto lungo e quindi noi ci fermiamo qui. Lasciamo a voi il piacere di scoprire quanto varia, profumata, saporita e golosa sia questa nostra cucina. E cosa da non trascurare, in ogni trattoria, ristorante e locanda dove entrerete, oltre al piacere di poter gustare piatti tradizionali o fantasiose rivisitazioni, sicuramente troverete la naturale simpatia e la generosa accoglienza della gente di Maremma. Lasciatevi tentare dall’ armonia dei sapori e capirete perché diciamo che i prodotti e i piatti dell’ Altra Maremma incantano i sensi.
COME ARRIVARE
Aeroporti: ROMA FIRENZE PISA GROSSETO Stazioni FS: GROSSETO
Principali vie di comunicazione
A1 – da Roma e da Firenze: Uscita ORVIETO per SS 71 / SS 74
VIA AURELIA – da Roma e da Livorno: Uscita per SS 74
VIA CASSIA – da Roma e da Siena: a S. Lorenzo Nuovo bivio per SS 74